nicola777
Reg.: 07 Gen 2004 Messaggi: 413 Da: Sestu (CA)
| Inviato: 28-10-2005 13:39 |
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Magari è scritta male, ma perdonatemi perchè non scrivo granchè di cinema, cmq...
L’occhio che osserva l’eleganza, l’occhio che scorge l’attimo della vita in tutta la sua compiutezza, che scopre l’armonia di un gesto. Lo spazio che si articola nella moltitudine e nell’uno. L’occhio che si pone allo stesso livello di ciò che guarda.
L’eleganza si diceva. L’ordinarietà. L’ordine. Una donna. La sua vita.
Woody Allen utilizza inquadrature sempre molto misurate, mai eccessive. Woody Allen utilizza il piano sequenza. A Woody Allen interessa scorgere anche solo un gesto, con semplicità e quasi con timidezza, per sentirsi soddisfatto. Così costruisce un impianto narrativo plasmabile per questa sua finalità.
L’uno che si snoda nella moltitudine, che viene assorbito da essa. L’uno che parla, che si muove, che ascolta.
Il ritmo di questo film vuole essere quasi realista, vuole immortalare momenti di vita in tutta la loro semplicità ed eleganza. Per questo si utilizza il piano sequenza e il montaggio interno nel semplice raccordo di immagini per descrivere uno spazio. Perché col montaggio gli attimi che si susseguono sia nel tempo che nello spazio verrebbero tranciati, una vita, un gesto, uno sguardo verrebbero tranciati.
Woody Allen invece vuole che nell’impianto realistico sia inserità la realtà, vuole che i ritmi siano lenti, vuole essere artefice di ciò che sta creando, di ciò che sta raccontando per come lo sta raccontando. Woody Allen è un autore e con questo film lo dimostra, ottenendo con molte peculiarità del suo cinema (soprattutto drammatico) l’opera che lo rappresenta meglio, che incarna la sua arte. Un'altra donna è un film che va visto, misurato, ammirato ed amato. |
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